Alla sesta iterazione ci si aspetterebbe che la serie di Gundam Breaker – così come qualsiasi altro franchise, a dirla tutta – cominci a dare segni di cedimento, nella perpetua ripetizione di logiche che affondano le radici nell’epoca PlayStation 3 e PlayStation Vita. In realtà Gundam Breaker 4 (sì, si tratta del sesto capitolo, malgrado il nome) ha il ben più arduo compito non solo di riaffrancare la saga da una certa monotonia di fondo avvertita dagli appassionati, ma anche di allontanare il ricordo del controverso capitolo precedente New Gundam Breaker.

Di base la saga proietta i giocatori nel mondo delle battaglie tra Gunpla, i mitici kit di modellismo che da anni decretano la fortuna dello studio d’animazione Sunrise e dei giocattoli Bandai. Si tratta, insomma, di un franchise parallelo a quello delle serie titolari, noto soprattutto per le sue ambientazioni sci-fi e le tragedie umane lì inscenate, e che mette maggiormente a fuoco il modellismo e la creazione di mecha come tema portante, e inscenando battaglie all’ultimo colpo grazie a un simulatore di scontri. Se vogliamo, un approccio quasi metanarrativo.

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