Che il successo della serie Persona di Atlus sia riuscito a ridefinire un genere ce lo siamo già detti in tante altre occasioni, e in tal senso gli effetti della sua crescente popolarità si possono apprezzare ancora oggi. Eternights è l’ennesimo videogioco indipendente che rientra di diritto nel gruppo di “figli non riconosciuti” dal trittico Hashino-Soejima-Meguro, portando sul piatto della bilancia meccaniche hack’n’slash che allontanano in un colpo solo lo strategismo innato dei sistemi di combattimento a turni. Un solo obiettivo: salvare il mondo e trovarsi un partner.

La storia si apre con un improbabile scambio di opinioni sulle app per appuntamenti che spopolano sugli smartphone, un incipit che serve a introdurre il protagonista – silente avatar del giocatore – e Chani, il suo migliore amico, nonché comic relief supremo dell’intera avventura. I due sembrano determinati a trovare un partner nel minor tempo possibile, e solamente l’utilizzo di una nuova applicazione scoperta da poco da Chani può aiutarli in questa onorevole missione: peccato che da lì a poco il mondo finisce, e la cosa fa precipitare i due nello sconforto più totale, soprattutto quando altissimi muri li intrappolano nella loro metropoli e le strade si popolano di mostri – ossia i concittadini tramutati in aggressive creature senza un briciolo di umanità.

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