A solamente qualche mese di distanza dal lancio giapponese, arriva anche in Europa e Nord America Disgaea 7: Vows of the Virtueless, settimo capitolo della serie più amata di Nippon Ichi Software. Arrivati al settimo episodio numerato è difficile non sentire una certa stanchezza per il franchise tutto scontri tattici e movimenti a scacchiera, ma per l’occasione i creatori dietro agli adorabili Prinny e gli esilaranti demoni del Netherworld hanno pensato di ambientare il tutto in una nuova dimensione demoniaca, Hinomoto, dichiaratamente ispirata alle atmosfere del Giappone feudale.
La bontà del risultato, soprattutto dopo certe scellerate decisioni prese per il sesto capitolo, è sicuramente ravvisabile pad alla mano, ma non è un caso se al marchio Disgaea si tenda ancora, a distanza di ormai vent’anni, ad affiancare personaggi significativi come Laharl o Etna, lasciando i loro meno noti successori all’ombra. In tal senso, il nuovo cast fa di tutto per bucare lo schermo: Fuji, il nuovo protagonista maschile caratterizzato dal fascino del ronin e dall’incapacità di provare emozioni umane, è senz’ombra di dubbio un anti-eroe interessante, specie quando accostato alla piccola Ao, mentre la gioviale Pirilika, vera e propria spalla comica del duo, non può che strappare sorrisi con la sua pulsante passione per il bushido. Certo è, che dopo vent’anni di scenette comiche, Disgaea 7: Vows of the Virtueless non fa proprio nulla per rinfrescare ciò che ci si aspetterebbe da questa tipologia di produzione. Il che, se si è appassionati alla serie, non può che risultare certamente familiare e rassicurante, ma in un’epoca di grandi cambiamenti del mercato forse uno sforzo in più dal punto di vista creativo sarebbe stato apprezzato.
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