Dopo il successo di vendite inanellato dai due capitoli di Atelier con protagonista la prosperosa Ryza, Gust e Koei Tecmo tornano ad occuparsi di una delle precedenti eroine dell’ormai sempre più longeva serie JRPG con protagoniste giovani alchimiste.

Per anni il canone voluto dalla produzione dietro questo franchise volle che ci si dedicasse alla creazione di trilogie di videogiochi, ognuna caratterizzata da un proprio universo narrativo e una direzione artistica differente. Questa convenzione venne infranta solamente nel 2019, quando Atelier Lulua: The Scion of Arland, quarto capitolo ambientato nel regno di Arland, venne presentato al pubblico portando sulla copertina il volto di Lulua, figlia della giovane Rorona, protagonista e volto fondamentale di uno degli episodi più amati della serie e della tanto amata – e spesso ricordata con nostalgia dagli appassionati – “trilogia di Arland”.

Quella mossa rese palese la volontà di Gust e Koei Tecmo di tornare nei mondi dei loro capitoli della serie più venduti per celebrarne la memoria e riutilizzare il fascino dei loro personaggi più riusciti. Nel caso di Atelier Lulua la questione venne affrontata con semplicità, seguendo gli eventi raccontati della passata trilogia con un inedito, e conclusivo, quarto capitolo. Un’occasione che, dato il posizionamento cronologico, tornava sicuramente utile per riunire anche parte dei cast visti sfilare lungo l’intera trilogia ambientata nel regno di Arland.

Il prossimo episodio in arrivo sul mercato, ovvero Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream, è invece un esperimento ancora più interessante: si tratta del dichiarato seguito di Atelier Sophie lanciato sul mercato nel 2015, e allo stesso tempo di un capitolo della storia che va a incastonarsi (non senza qualche difficoltà) nella continuità di una trilogia già raccontata e che include i successivi Atelier Firis (2016) e Atelier Lydie & Suelle (2017). Insomma, un “nuovo” secondo tassello in quella che fino ad oggi era stata pensata come un’epopea in tre parti. Eppure Atelier Sophie 2 cancella senza farsi troppi problemi i personaggi e le vicende successivi al primo episodio della trilogia Mysterious. Un caso? Non direi: non bisogna certo dimenticarsi che i due capitoli successivi alle avventure di Sophie rappresentarono un buco nell’acqua non solo in termini prettamente ludici (e in tal senso non posso che rimandarvi alla mia precedente recensione del Atelier Mysterious Trilogy Deluxe Pack, pacchetto che include tutti i capitoli della trilogia) ma anche e soprattutto in fatto di copie vendute.

Insomma, viene da pensare che con Atelier Sophie 2 i creativi di Gust vogliano in qualche modo dare un’ulteriore possibilità di riscatto a una protagonista ingiustamente bistrattata, le cui vicende personali vennero seguite da capitoli troppo concentrati sulla sperimentazione ludica piuttosto che nell’evidenziare i tratti più riusciti della serie: raccontare una storia leggera con personaggi memorabili, mondi fantastici e colorati in cui muoversi in pieno relax e tante belle meccaniche di crafting in cui perdersi per ore.

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