Altro giro di boa per Square Enix e i suoi porting PC di illustri titoli console, giunti oggi a riproporre sui monitor della “master race” il tanto apprezzato secondo capitolo della trilogia remake di Final Fantasy VII. E in effetti c’era molto da dire su Final Fantasy VII Rebirth, un videogioco già dettagliato in passato dal nostro Danilo nella sua recensione della versione PS5. Bisogna in ogni caso considerare che gli appassionati della prima ora non si saranno lasciati sfuggire la possibilità di lanciarsi nell’avventura alla prima occasione, direttamente su console Sony, e proprio per questo motivo tornare a parlare di un titolo tanto chiacchierato ci sembrava quasi superfluo. Tuttavia non potevamo trattenerci dal dire che siamo soddisfatti del lavoro svolto per l’ottimizzazione PC, ed per questo che siamo ben lieti di spiegarvene il motivo dopo un’approfondita prova concessaci da Square Enix.
Innanzitutto una premessa: non dissilmente da quanto successe per Final Fantasy VII Remake, Rebirth riporta su PC l’interezza dei contenuti saggiati e apprezzati nella sua controparte console, senza introdurre particolari novità. Ciò, naturalmente non rappresenta di per sé un problema, ma chi volesse bissare l’esperienza sul proprio computer per apprezzarne le migliorie dal punto di vista tecnico dovrebbe tenerlo a mente fin da subito. Questo, naturalmente, si traduce anche nell’impossibilità di affrontare l’avventura al livello di difficoltà più alto, che rimane sbloccabile solamente, come in origine, al termine dell’avventura principale.
Per chi invece fosse rimasto a bocca asciutta dalla lunga sequenza conclusiva di Final Fantasy VII Remake, l’avventura riprende esattamente dove si era conclusa in precedenza, ripercorrendo il passato di Cloud e Sephiroth attraverso un flashback giocabile; la digressione nel passato dei due guerrieri si dimostra essere solo un raro momento di tranquillità per il gruppo di eco-terroristi, braccati dalle forze militari della Shinra a seguito degli eventi narrati nell’epilogo del capitolo precedente, ed è così che al termine di una breve parentesi tra le mura della cittadina di Kalm – atta all’introduzione di nuove meccaniche di crescita dei personaggi – ci si ritrova catapultati nella prima grande zona esplorabile del gioco.
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