Qualche mese fa vi parlammo di un affascinante nuovo progetto indipendente, ovvero Mato Anomalies, RPG a turni di chiara ispirazione giapponese, che mischiava elementi visual novel a meccaniche rompicapo e addirittura un gioco di carte. Ve lo ricordate?
In caso di risposta negativa poco male, il tempo è ormai maturo per parlarvi del prodotto finito, pronto per essere portato sul mercato malgrado le buone intenzioni dimostrate in sede di anteprima non si siano tradotte in un prodotto di qualità degno di nota.
Parliamoci chiaro: in un panorama in cui il genere dei giochi di ruolo giapponesi è finalmente risorto e può vantare titoli del calibro di Dragon Quest XI S, Persona 5 Royal, o Final Fantasy VII Remake, c’è ancora davvero spazio per qualcun altro? Assolutamente sì, e lo dimostra il grande filone creativo di titoli meno famosi ma in continua ascesa in termini di vendite e popolarità. Se Atelier Ryza 3 e Tales of Arise ci hanno insegnato qualcosa in tempi recenti, è che il mercato è sempre più pronto ad accogliere con calore videogiochi di qualità. Mato Anomalies non può certamente vantare la direzione artistica di un prodotto Gust, o il know-how tecnico della serie Action RPG di Bandai Namco, ma sulla carta poggia su solide fondamenta: un’ambientazione futuristica, una narrazione dai tratti noir e influenze cyberpunk messe in scena da un character design pregevole nella forma. Nei panni di Doe, un detective privato invischiato negli affari della malavita della città futuristica di Mato, ci si destreggia tra dimensioni parallele a cavallo tra suggestioni esoteriche ed elementi più comuni al genere narrativo cyberpunk. Quindi, dove sta l’inghippo?
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